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Una doverosa premessa, innanzi tutto: chi vuole leggere si armi di pazienza, ne avrà per un po’.||Molto per lavoro e parecchio per diletto, nel mio mezzo secolo abbondante di vita ho viaggiato e frequentato strutture alberghiere, sia in Italia che all’estero, da “mezza stella” a 5 stelle. ||In base alla mia esperienza, ciò che rende una una struttura fantastica, piuttosto che qualcosa da dimenticare, non è la quantità di stelle ma il peso specifico della qualità. Ho splendidi ricordi di strutture “modeste”, ma con qualità da vendere. Per contro, quello che stride e infastidisce non poco, oltre alla sensazione di essere presi per il naso (e per il portafoglio), é imbattersi in strutture che, spesso con malcelato orgoglio, si appuntano sul petto medaglie che alla prova dei fatti si sciolgono come neve al sole.||Chiaramente quando dico strutture mi riferisco ad una o più persone, dato che le strutture non vivono di vita propria. Quasi sempre le persone sono una: nel bene, ma soprattutto nel male, i grandi condottieri non gradiscono co-piloti.||In questo contesto non sfugge alla regola il deus ex machina del Granpanorama Hotel Sambergerhof, Herr Stefan Brunner: nelle brochure ed in qualsiasi documento o materiale informativo “…la vostra famiglia Brunner” compare ovunque, con o senza apposita foto. Non che questo sia di per sé un male, si potrebbe obiettare: anche in Baviera, ad esempio, spesso compare l’indicazione del proprietario o del gestore dell’Hotel, Gasthof o altro che sia. In realtà ci si limiterebbe a scrivere “Fam. Brunner”, il che è apprezzabile, messo in questi termini. Peraltro, tra proporsi ed imporsi a volte il confine è pericolosamente sottile.||Tutto ciò premesso passiamo ora ad esaminare, per argomenti e nel modo più oggettivo possibile, questi 7 giorni passati al Sambergerhof.||Reception: al mio arrivo mi ha accolto, con “asciutta cordialità”, la signora Angelika; nei giorni seguenti ho avuto modo di apprezzarne la professionalità, la disponibilità e la pazienza nel mettersi a disposizione delle esigenze e delle richieste mie e degli altri Clienti. Alla Reception le dava il cambio il titolare: in questo caso averci a che fare (e inevitabilmente capitava di averne necessità, soggiornavo in Alto Adige per la prima volta e tutto era nuovo per me) è stata una delle esperienze più stranianti che io ricordi, e non certo in positivo.||Per esemplificare, una domanda richiederebbe una risposta, specie quando te la pone una persona coi capelli bianchi, specie quando la domanda ha un senso logico, specie soprattutto quando la domanda te la pone un Cliente: il silenzio e l’indifferenza di solito non sono tra le reazioni più gradite, indipendentemente dall’età. Ma dello strano modo di rapportarsi del proprietario, perlomeno con me, ne parleremo all’argomento Proprietario.||Colazione: per varietà dell’offerta e per qualità dei prodotti, raramente ho trovate proposte migliori. Tuttavia ho trovato curioso che i croissant (solo due tipi di cornetto, marmellata o cioccolato, comunque buoni), fossero tutti tagliati a metà. Timore che il costo risultasse eccessivo per l’hotel, nel caso fossero interi? Peraltro, trattandosi di un buffet, bastava prenderne più d’uno. Altrettanto curioso ho trovato il fatto che, mentre sui prodotti da forno la scelta era limitata ai croissant e a pochissimo altro, fosse disponibile del prosecco (o simile, non ho verificato con esattezza), con tanti di opportuni calici. Ma si sa, paese che vai, usanza che trovi mi sono detto, e comunque non è certo un male.||Ristorante (solo cena): locale bello, tavoli sufficientemente distanziati, veduta sulle montagne davvero superba, specie se si aveva il tavolo in veranda. Chi si trovava a cenare ai tavoli in Reception o (addirittura) al bar, con andirivieni di camerieri da e per la cucina, immagino fosse meno rilassato e contento. ||Allestimento dei tavoli quantomeno originale, tra posate messe in diagonale e calici distesi sul tavolo (che sia per il forte vento?). Mi punge vaghezza, piuttosto, sul perché una sera il tovagliolo fosse di carta e la sera successiva di stoffa, e così via per tutta la settimana. Tenderei ad escludere antiche tradizioni tirolesi.||Quanto al menù, ammetto che mi è sembrato originale: insalate ed altro dal buffet (la cosa migliore, per varietà e qualità), mentre il menù propriamente detto proponeva ogni sera antipasto, zuppa o piatto freddo, piatto principale e dessert. ||Ammetto che non sono un esperto di usanze del luogo, che forse differiscono, ma quando come antipasto devo scegliere tra cocktail di gamberi (insomma, 2 medi più 5 o 6 piccoli) o lasagne alla bolognese, mi chiedo se quando frequentavo l’Istituto Alberghiero avessi capito male io come distinguere un antipasto da un primo, tenuto conto che una sera il risotto allo zafferano me lo sono visto proporre come contorno dell’ossobuco nel piatto principale, e ci potrebbe anche stare, ma come contorno del “filetto di halibut in camicia”, vogliamo parlarne?||Quanto alla zuppa o piatto freddo, dover scegliere tra “Bevanda arancio-carota” e “Cipollata”, oppure tra “Succo di basilico-cetrioli-ananas” e “Zuppa di pollo con julienne di verdura e pasta” mi ha creato qualche imbarazzo ed un certo fastidio.||La sera in cui ho rinunciato a “Frullato con sambuca e frutti di bosco” (non credo che “sambuca” si riferisse al noto alcolico) ed ho scelto “Crema di mela”, vedendomi recapitare una sorta di vellutata, ma di mela, confesso che il gusto non era male, ma mi sfugge la logica degli accostamenti e della composizione dei menù.||Quanto ai piatti principali, qualche osservazione: il filetto di maiale me lo attendevo un filo morbido (e magari anche ben caldo, con la cucina a 6 metri), così come non discuto che la panatura di un cordon bleu debba essere consistente e asciutta, ma quando é addirittura una crosta croccante che si taglia solo con discreta forza, mi domando se a volte prestare meno attenzione al fumo e più all’arrosto non sarebbe meglio, quanto meno per noi Clienti. ||Last but not least, le quantità: quando mi sono visto recapitare la “Tartara di salmone affumicato con pane di rafano”, mi sono chiesto se fossi su candid camera, vista la quantità (per inciso, ho le foto).||E ancora una chicca, per concludere, il dolce della domenica sera: strudel di mela. Quando mi hanno portato una coppetta con quello che poteva assomigliare ad un pezzetto (pezzettino?) di strudel, ma tutto sbriciolato, guarnito con una spruzzata di panna da bomboletta spray, mi sono chiesto se fosse un gioco, tipo “Prova a ricostruire lo strudel”. Di certo non era un gioco tipo “Strano ma buono”, e nemmeno “Poca qualità ma c’è la quantità” (ovviamente foto disponibili). Pareva più qualcosa alla “Credevi fosse uno strudel, visto che ti abbiamo fregato?”. Per fortuna in settimana di strudel, quello vero, ne avevo fatto scorpacciata nei vari rifugi, tappa nelle mie camminate: ogni volta una delizia per il palato, quasi sempre con salsa o gelato alla vaniglia, buonissimi pure loro.||Bevande: 4,90€ per un litro d’acqua microfiltrata (2,90€ per il mezzo litro) mi fa sorgere un dubbio: devo considerarla una ladrata o una presa per la gola (nel senso della sete)? E se una birra la pago 5,50€, com’è che in un rifugio sperso per le montagne, a 2.200 metri e un’ora e mezzo di cammino, la pago sempre 5,50€? Sono ingenui i gestori del rifugio (ed anche degli altri rifugi, visto che ho trovato sempre lo stesso prezzo), o è molto scaltro il listino del Sambergerhof? ||Proprietario: come accennavo, chi alloggia al Sambergerhof di certo non ha dubbi su chi sia il proprietario. “La vostra famiglia Brunner” è presente in ogni dove, mentre Herr Stefan Brunner é una presenza costante: alla Reception, al bar, al ristorante. ||Le sue prime parole, il pomeriggio del giorno del mio arrivo, sono state “Lei é il Sig. Fasani?”. Curioso modo di approcciare un nuovo Cliente, specie se altre parole tipo “benvenuto”, “ben arrivato”, “ci fa piacere averla qui” sono desolatamente mancanti, specie se il tono vagamente inquisitorio ti provoca un brividino nella schiena.||Ma tant’è, mi sono detto, sarà una persona di poche parole, o forse da queste parti non si usa. Trattandosi della mia prima volta non solo nella struttura, ma in Alto Adige, come già accennato in vari momenti ho chiesto informazioni a Herr Brunner. Le risposte mediamente arrivavano, ma brevi, poco circostanziate e veloci, come quando si ha molta fretta e qualcuno ci infastidisce mentre noi siamo impegnati in altro. Tuttavia, questa aria di malcelato fastidio quando aveva a che fare con me, stranamente spariva quando parlava con altri clienti anzi, con tutti i clienti che, guarda caso, erano tutti tedeschi.||Anni di attività commerciale mi hanno insegnato a capire velocemente che tipo di interlocutore ho di fronte, ma in questo caso non ci voleva un esperto in scienze comportamentali per rendersi conto che qualcosa non tornava nell’atteggiamento del nostro albergatore.||Dopo un paio di giorni, per scrupolo di coscienza, ho chiesto al nostro se per caso ce l’avesse con me o se gli avessi fatto qualcosa: mi sono sentito rispondere che era solo molto affaccendato, era una giornata impegnativa. La cosa è andata avanti tutta la settimana, avvalorata da un fatto curioso: tutte le sere a cena Herr Brunner faceva il giro dei tavoli chiedendo come andava ed intrattenendosi qualche minuto. Stranamente, quando arrivava da me, il dialogo era questo:|| ⁃ buonasera, come va, tutto bene?|| ⁃ tutto bene, grazie|| ⁃ bene!||E qui i dubbi sul perché dagli altri si fermasse dei minuti, potrebbero essere vari: || ⁃ sarà timido? (solo con me?)|| ⁃ conoscerà poco l’italiano? (mi ha detto che a scuola glielo insegnavano solo due ore a settimana, vedi i danni che causa il sistema scolastico?)|| ⁃ lo intimidivo, forse per via della barba? (non mi pareva un introverso, visto quanto parlava e rideva con gli altri)||A pensar male si fa peccato, recita un adagio, ma spesso ci si azzecca: evidentemente le mie poche parole di tedesco erano insufficienti ad essere valutato in ottica positiva, poco importa che non fossi un questuante, e nemmeno passassi di lì per caso. E poco meno importa che di certo non l’avessi costretto io a fare l’albergatore anzi, io ero uno di parecchi suoi clienti, pagante come tutti gli altri.||A proposito di pagare, nonostante avessi più volte anticipato che mi serviva fattura, arrivato il momento di chiedere il conto, l’ultima sera prima di cena (dopo aver chiarito che preferivo pagare la sera prima di partire, dato che avrei lasciato l’albergo molto presto), il nostro simpaticone mi prepara il conto ma mi dice che la fattura la preparerà dopo cena. Dato che la caparra era stata pagata con un bonifico immediato, gli chiedo se posso saldare allo stesso modo. Mi guarda come se gli avessi chiesto di pagare a cambiali e mi risponde asciutto “Accettiamo solo carta o contanti”. Evidentemente al nostro eroe sfugge il fatto che un bonifico immediato è non solo sicuro e veloce, ma nel caso non fosse bastata la mia parola, dal suo applicativo di remote banking avrebbe potuto verificare in tempo reale l’avvenuto accredito. ||Provvedo quindi a pagare con carta, come richiesto, poi vado a cena con la gioia di un minatore che va al lavoro.||Finito di cenare torno alla Reception ma il nostro, con fare frettoloso, svicola a fare qualcosa dicendo che è indaffarato. Io comincio ad infastidirmi parecchio e gli sibilo: “Bene, io attendo qui”, e mi piazzo davanti al banco. Dopo buoni 10 minuti il nostro indaffarato arriva e con tono concessorio mi annuncia che ora farà la fattura.||Si mette all’opera e dopo non poco travaglio partorisce una bozza che mi dà per verifica: controllo e noto che il totale era sbagliato per eccesso. Glielo faccio notare, dicendogli che il totale avrebbe dovuto essere pari a quanto poco prima pagatogli, più la caparra. In evidente affanno, conta e riconta, verifica e riverifica, poi alla fine il nostro si convince che la matematica non è un’opinione anche perché, detto tra noi, aggiungere 200€ ad un qualsiasi importo parrebbe esercizio alla portata di chiunque, anche senza calcolatrice.||A questo punto, risolta la questione fattura, chiedo lumi al simpatico albergatore su una voce del conto che, per la modica cifra di 18€, recita “Colazione”. Quando mi sento rispondere che si trattava della colazione del giorno dell’arrivo, comincio davvero ad infastidirmi. Perché, come replico con crescente irritazione, se all’arrivo mi si chiede “Ha piacere di fare colazione?” e non si specifica che si tratta di un extra (e magari a quale prezzo), io posso anche interpretarlo come un gesto di cortesia. Specie considerando che il buffet della colazione era ormai quasi del tutto dismesso (erano quasi le 10), tant’è che ho preso solo un cappuccino, mezzo croissant (ho parlato sopra di questa curiosa usanza, evidentemente non sono disponibili i mignon da quelle parti) ed una fetta di torta. Per 18€, argomento, mi pare una colazione alquanto esosa, sempre considerato che non avevo potuto decidere se l’offerta valesse il prezzo richiesto. ||Per correttezza specifico che io dovevo comunque pagare una birra bevuta a cena: Herr Brunner mi dice che allora mi restituirà 10€ “…e la chiudiamo qui”. Non tengo conto della sgradevolezza della frase e del tono maleducato (peraltro dai 18€ che voleva prima per la colazione, 10€ resi + 5,5€ della birra ci portano a 2,5€, fantastico…).||Chiedo (ma dovevo proprio farlo io?) se l’indomani l’avrei rivisto e, ricevuta risposta negativa, saluto e tendo la mano, ricevendone in risposta un “Buon viaggio” a denti stretti.||Quindi, riepilogando: tenti di fregarmi 18€ e non ti scappa nemmeno una parola di scuse, poi non contento mi saluti col sollievo di chi si è tolto dai piedi un questuante molesto e non un Cliente che per 7 giorni di mezza pensione ti ha dato 1.135€, senza manco un “Grazie”, giusto per professionalità? ||Eppure qui, va detto, di professionalità ne ho vista parecchia nella Signora Angelika alla Reception (quando c’era) ed anche in buona parte del personale. Purtroppo, il pesce puzza dalla testa, come si suol dire: la cosa francamente sgradevole, davvero sgradevole, è che pare proprio che si faccia distinzione tra figli e figliastri in base alla lingua.||Concludendo, arrivederci Südtirol -per inciso, non ho proprio niente contro chi parla tedesco, frequento la Baviera da quasi 20 anni-, a mai più rivederci Herr Brunner, ti sia lieve l’indifferenza.