Mauro F.
5/5
Giungere al borgo di La Scola è come immergersi in un angolo intatto del Medioevo. Situato nell'Appennino Bolognese, tra la Rocchetta Mattei e il Santuario di Montovolo, questo villaggio rappresenta uno degli esempi più affascinanti dell'architettura medievale appenninica. Le sue origini risalgono al VI secolo d.C., quando la sua posizione strategica sul crinale segnava il confine tra il regno longobardo e l'Esarcato di Ravenna. Il nome "Scola" deriva dal termine longobardo "Sculca", che significa posto di guardia o vedetta, riflettendo la funzione militare originaria del borgo come avamposto difensivo del vicino centro monastico di Montovolo.
La maggior parte degli edifici presenti risale al periodo tra il 1400 e il 1500, frutto dell'opera dei Maestri Comacini, artigiani provenienti da Milano e Como, noti per la loro maestria nella lavorazione della pietra. Questi artigiani trasformarono le antiche torri militari in abitazioni civili, mantenendo però l'aspetto fortificato del borgo. La struttura urbanistica di La Scola è caratterizzata da edifici e torri addossate, integrate in un sistema difensivo naturale che sfrutta la conformazione del terreno per renderlo meno vulnerabile agli attacchi nemici.
Un elemento distintivo del borgo è il maestoso cipresso della Scola, alto 25 metri e con un'età stimata di oltre 700 anni, riconosciuto come monumento naturale. Questo albero secolare aggiunge un ulteriore tocco di fascino al paesaggio già suggestivo del villaggio.
La storia del borgo è strettamente legata alla famiglia Parisi, originaria di Prato, che si stabilì a La Scola alla fine del XIV secolo. Questa famiglia contribuì significativamente allo sviluppo del villaggio, costruendo edifici di rilievo come Palazzo Parisi, completato nel 1638, che ancora oggi domina la piazzetta centrale.
Passeggiando per le strette vie acciottolate di La Scola, si possono ammirare diversi edifici storici, tra cui l'Oratorio di San Pietro del 1616, che ospita una pala d'altare raffigurante la Madonna della Cintura, recentemente restaurata. Un'altra peculiarità è rappresentata dai "corridoi pensili", passaggi sopraelevati che collegano tra loro vari edifici, permettendo movimenti sicuri all'interno del borgo in caso di assedio.
Grazie all'impegno dell'Associazione Culturale Sculca, fondata nel 1993, il borgo è stato preservato nella sua integrità e valorizzato attraverso eventi culturali e restauri mirati. Questo ha permesso a La Scola di mantenere intatto il suo fascino antico, offrendo ai visitatori l'opportunità di fare un vero e proprio tuffo nel passato, in un luogo dove storia e natura si fondono armoniosamente.
Eppure, ciò che oggi percepiamo come autentico e immutabile è il frutto di un processo selettivo, talvolta inconsapevole, altre volte intenzionale. La memoria dei luoghi, come quella delle tradizioni, è stata tramandata attraverso scelte arbitrarie: ciò che oggi ammiriamo è solo una parte di un passato più vasto, di cui molte tracce sono andate perdute. Gli edifici rimasti, i dettagli architettonici preservati, perfino le storie che ci vengono raccontate, sono frutto di un'eredità che ha subito trasformazioni, cancellazioni e riscritture nel corso del tempo. Ogni pietra, ogni struttura, ogni documento è parte di una storia più grande, ma non per questo completa. Il borgo che oggi visitiamo è una finestra su un passato che, per quanto affascinante e suggestivo, è solo un frammento della sua vera essenza.