Daniela C.
5/5
In visita a Locorotondo sono passata dalla Proloco e ho incontrato Alessandro, che mi ha spiegato con grande passione e competenza il meglio della città, attraverso una cartina molto utile.
Complimenti ad Alessandro e consiglio a tutti una tappa qui per approfondire le meraviglie di questo centro storico unico nel suo genere, tra i borghi più belli d’Italia.
Dalla mappa le seguenti indicazioni:
"Locus qui dicitur rotundus... et in eo ecclesiam santi Georgii." Il primo documento ufficiale in cui viene menzionato Locorotondo risale al 1195 e fa riferimento ad un casale, feudo del Monastero Benedettino Santo Stefano di Monopoli, che si sviluppa attorno alla Chiesa di San Giorgio.
Tuttavia, i reperti archeologici recentemente rinvenuti nell'area di contrada Grofoleo testimoniano la presenza di una necropoli risalente addirittura al Neolitico
ITINERARIO CONSIGLIATO
Da Porta Napoli, di fronte alla Villa Comunale, si accede a Piazza Vittorio Emanuele
II, il "salotto" del paese, dove ha sede l'ufficio di accoglienza e informazione turistica PRO LOCO.
Camminando col naso all'insù vi accorgerete che il centro storico è interamente costituito da cummerse, caratteristiche abitazioni dal tetto a spiovente realizzato in pietra a secco, "allattate", ovvero imbiancate con latte di calce, ogni anno sin dal XVII secolo.
In questo candore spicca il rosso pompeiano del Palazzo Aprile-Xymenes, alla vostra sinistra.
Proseguendo diritto avrete di fronte a voi l'antico Municipio, oggi Biblioteca comunale, con la torre dell'orologio. Da qui, girate a sinistra per via Morelli e osservate attentamente i dettagli di Palazzo Morelli, un unicum architettonico in stile barocco, dimora dell'allora Governatore di Locorotondo, Rocco Morelli.
Svoltate due volte a sinistra e vi ritroverete in via Oliva. Qui, nascosto tra le case vi è uno scrigno di bellezza recentemente riportato alla luce: la Chiesa di San Nicola. Una piccola cappella del '600 che coniuga in sé le due strutture architettoniche tipiche di Locorotondo, il trullo e la cummersa, che corrispondono rispettivamente alla cupola e alla volta a botte, entrambe ricche di preziose decorazioni pittoriche.
Proseguite fino alla fine della strada, poi volgete lo sguardo a sinistra e potrete ammirare l'imponente Chiesa Matrice di San Giorgio. Realizzata tra il 1790 e il 1825, la facciata è in stile neoclassico mentre gli arredi interni sono in stile barocco con dipinti di scuola napoletana di notevole pregio. La chiesa è stata edificata sulle fondazioni di due chiese precedenti, una del XII e l'altra del XVI secolo, i cui resti sono visibili attraverso lastroni di vetro sul pavimento.
"PARVA SED APTA MIHI" (piccola ma adatta a me); "INVIDIA INVIDENTI NOCET" (l'invidia nuove agli invidiosi); "PULSATE ET APERIETUR VOBIS" (bussate e vi sarà aperto). Queste sono solo alcune delle numerose iscrizioni latine incise sugli architravi delle abitazioni del centro storico. Perdetevi tra i vicoli per scoprirle tutte!
Ma non rinunciate ad una passeggiata in via Aprile, ricca di fiori e profumi. In fondo alla strada troverete una fontana dell'Acquedotto Pugliese e subito dietro l'angolo si aprirà davanti a voi l'immenso spettacolo della Valle d'Itria. Affacciandovi da quel balcone vedrete di fronte a voi la città di Martina Franca, alla vostra sinistra Cisternino e, tra le due, più in lontananza, Ceglie Messapica. Prendete un respiro profondo e tuffatevi con lo sguardo nei colori incantevoli di questo paesaggio senza eguali.
Scendete la scalinata e vi immetterete in via Nardelli, quella che i locorotondesi chiamano curiosamente "lungomare". Vi chiederete il perché. Per scoprirlo dovreste percorrerla all'alba quando tutta la Valle è coperta da una leggera foschia dando
l'illusione ottica di affacciarsi realmente sul mare!”